Concorso dirigenti scolastici, prove psico-attitudinali al posto dei test nozionistici: cresce la richiesta

Concorso dirigenti scolastici, prove psico-attitudinali al posto dei test nozionistici: cresce la richiesta

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Si parla molto in questi giorni del concorso per dirigente scolastico: archiviate le prove pre-selettive, che hanno ridotto ad un terzo i partecipanti attivi, l’attenzione è già tutta rivolta alla prova scritta, la quale secondo alcune anticipazioni sindacali dovrebbe svolgersi il prossimo 18 ottobre.
“Approfondire le reali capacità umane-relazionali”

Permangono dei dubbi, tuttavia, sulle modalità di selezione prescelte dal Miur, incentrate sul mero nozionismo, peraltro in linea con quelle passate.

In redazione, a questo proposito, continuano a giungere contributi e proposte di cambiamento delle prove pre-selettive concorsuali.

Tra le tante richieste pervenute in questa direzione, riteniamo interessante quella di introdurre un test psico-attitudinale, realizzato e condotta da esperti seri del settore. L’obiettivo, scrive il professor Giovanni Doronzio, è integrare o sostituire “l’attuale sistema di preselezione, quasi esclusivamente mnemonico-nozionistico: oggi, in pratica basta trasformarsi in un maxi-tomo di legislazione scolastica ambulante e sei abile e arruolato”.

Stando così le cose, “se proprio si deve ‘selezionare’ una classe dirigente a cui sono richieste competenze di ogni specie – continua il lettore – perché non prevedere anche un test psico-attitudinale finalizzato ad approfondire gli aspetti della personalità, le reali capacità umane-relazionali e tutto ciò che attiene all’effettivo essere competente, ma pur sempre in buon equilibrio mentale?”
“Basta con la verifica delle nozioni a memoria”

Qualche settimana fa, il 23 luglio scorso, nel giorno di somministrazione dei test a risposta multipla, si era espresso su questa linea anche il professor Paolo Fasce, docente di ruolo di matematica applicata nell’istituto tecnico “Einaudi, Casaregis, Galilei” di Genova.

L’insegnante, laureato in ingegneria elettronica e abilitato anche in informatica, che ha conseguito 81,8 punti, passando allo scritto, ha detto alla Tecnica della Scuola che per “la metà quesiti, direi quasi 2mila, sono state poste delle domande stucchevoli”, con “l’apice del nozionismo che si è toccato con le differenze tra i vari sistemi scolastici europei, contenuti nell’area nona”: pertanto, ha concluso Fasce, “oggettivamente, si poteva fare di più. Cercando di comprendere chi effettivamente, tra i candidati a preside, ha fatto proprie determinate competenze e non una buona parte di nozioni a memoria”.
Il pericolo da scongiurare

I dubbi posti dai docenti appaiono leciti. Perché il pericolo da scongiurare è quello di “promuovere” a dirigente scolastico un ottimo memorizzatore di leggi, ma un pessimo comunicatore e gestore del personale. Il quale, scaglierebbe questo suo lato negativo, su docenti e Ata in servizio nella sua scuola.

“Le assicuro – continua il professor Doronzio – che ho avuto modo di incontrarne tanti. Si tratterebbe di verificare e valutare preventivamente se si è all’altezza del ruolo in tutti i sensi, come per i piloti di aerei, i militari e tanti altri professionisti. Perché l’attuale sistema di reclutamento dei dirigenti scolastici fa davvero acqua da tutte le parti. I risultati si vedono e, purtroppo, spesso, si percepiscono sulla pelle di insegnanti, genitori e alunni. Perché – conclude il lettore – diverse scuole sono affidate a dirigenti vendicativi, frustrati, utilizzatori di ‘libri-neri’ nei quali riportare le future vittime-docenti a cui farla pagare”.
Il Miur pronto a cambiare?

Le possibilità che i prossimi concorsi per diregente scolastico possano cambiare, comunque, non sono ridotte al lumicino. Nell’intervista rilasciata questa estate al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha ammesso che ‘se la modalità dei quesiti a risposta multipla” dell’ultimo concorso per ds “non verrà ritenuta opportuna o efficace, interverremo per correggerla”.

Nella stessa intervista, il responsabile del Miur ha anche sottolineato che “i nostri istituti hanno bisogno di dirigenti scolastici preparati e motivati”. Due caratteristiche che non si possono di certo vagliare somministrando 100 freddi quesiti a risposta multipla.

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